Teatro

Il Cechov di Kepler-452 debutta a Bologna

Il Cechov di Kepler-452 debutta a Bologna

Prima assoluta all’Arena del Sole per il nuovo lavoro della compagnia bolognese Kepler-452 “Il giardino dei ciliegi. Trent’anni di felicità in comodato d’uso”.

Debutto nazionale sul palcoscenico dell’Arena del Sole per il nuovo lavoro della compagnia Kepler-452, “Il giardino dei ciliegi. Trent’anni di felicità in comodato d’uso”, una produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, in scena dal 17 al 30 marzo.

Che cos’è Kepler-452?

Dal fortunato incontro tra Nicola Borghesi, Enrico Baraldi e Paola Aiello nel 2015 nasce a Bologna Kepler-452.
La compagnia afferma:
“Il nostro lavoro si incardina su due assi principali: da una parte l’urgenza di rivolgerci ad un pubblico preciso (quello, per intenderci, poco incline a entrare nelle sale teatrali), realizzando spettacoli e organizzando festival, rassegne, laboratori, travasi di pubblico dal mondo della musica indie rock; dall’altra indagare e mettere in scena le vite e le biografie di non professionisti (o “experts of everyday life”, come li definiscono i Rimini Protokoll), magnificandone le identità sulla scena”.

Kepler-452 ha fondato e organizza ’Festival 20 30’, che dal 2014 ha coinvolto, attraverso spettacoli e laboratori, centinaia giovani bolognesi, nell’ambito della stagione dell’Oratorio di San Filippo Neri, curata dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e Mismaonda.

Checov nostro contemporaneo

Lo spettacolo nasce dall’incontro tra i componenti di Kepler-452 con due personaggi “immaginari” realmente esistenti, Giuliano e Annalisa Bianchi.
Racconta la compagnia:
“Tra i moltissimi incontri che abbiamo fatto nel corso della nostra indagine ce ne è stato uno che ha cambiato definitivamente il corso delle prove e, inaspettatamente, delle nostre vite: quello con Giuliano e Annalisa Bianchi, che per trent’anni hanno vissuto in una casa colonica concessa in comodato d’uso gratuito dal Comune nella periferia di Bologna. Giuliano e Annalisa Bianchi per trent’anni si sono occupati di due attività principali:il controllo della popolazione dei piccioni e l’accoglienza di animali esotici o pericolosi. Si attiva così un ménage strano, marginale, meraviglioso: convivono in casa Bianchi babbuini, carcerati ex 41-bis in borsa lavoro, una famiglia rom ospite, boa constrictor. Trent’anni, come ci dicono Giuliano e Annalisa, di pura felicità”.

Nel 2015 con l’avvicinarsi dell’apertura, proprio di fronte alla loro casa, di un grande parco a tema agroalimentare, FICO, i Bianchi ricevono un avviso di sfratto. Questo contemporaneo Giardino dei ciliegi - gli animali, le relazioni, gli affetti - cessa improvvisamente di esistere in una mattina di settembre: una storia così lontana nel tempo e nello spazio da quella di Gaev e Ljuba eppure così simile nella sua essenza.
Infatti al centro del dramma di Čhecov c’è la scomparsa di un luogo magico, profondamente impregnato delle vite di chi lo abita, che in questa rilettura dell’opera diventa il luogo della coppia. A Giuliano ed Annalisa il compito di interpretare i protagonisti de Il giardino dei ciliegi, Ljuba e Gaev, intrecciando alle parole di Čhecov la propria biografia.